Neurochirurgia funzionale

Ve ne sono tre  che fanno delle cose, Ve ne sono alcuni che credono di fare delle cose,Ve ne sono altri che non fanno niente.
Ve ne sono dieci che discutono di quello che fanno quei tre, Ve ne sono cento che organizzano congressi per discutere su quello che hanno detto quei dieci,
Ma ecco che qualcuno dei centodieci vuole spiegare ai tre come fare…………….Ma essi non hanno l’abitudine della parola, d’altro canto hanno qualcosa da fare
Anonimo

Citato in : Mazzone P. et al., Neuromodulation, Volume12, Issue3, July 2009, pp. 191-204.  
ripreso da: Neurochirurgie,T21,Suppl.n°2,pp.3, Giugno
La radiotherapie des tumeurs du systeme nerveux central de l’adulte

 

Neurochirurgia funzionale/Stereotassica


Per Neurochirurgia Funzionale si intende quel settore della branca che si occupa del trattamento di patologie neurologiche in genere degenerative quali : la Malattia di Parkinson, tremori, Movimenti anormali, disturbi psichiatrici, dolori cronici, spasticità……..Viene definita funzionale perché la base logica del trattamento poggia su criteri fisiologici oltre che anatomici, e  per il ripristino/controllo di una funzione resa deficitaria dalla malattia. Un tempo essa si realizzava mediante lesioni che realizzavano un nuovo equilibrio nel Sistema Nervoso; in seguito con lo sviluppo delle esperienze e delle tecnologie essa si realizza mediante l’applicazione di sistemi di stimolazione elettrica od anche chimica che mirano ad aumentare quelle risorse risparmiate dalla malattia ricreando possibilmente una situazione vicino alla normalità.Molte delle sue procedure si realizzano con tecnologia stereotassica cioè mediante il riconoscimento  dei bersagli terapeutici con assoluta precisione spaziale. In cio’ l’ausilio della neuroradiologia, della fisiologia e delle tecnologie più moderne si sono rivelate indispensabili. La tecnologia stereotassica pertanto insieme alla robotica possono essere applicate anche al trattamento delle patologie tumorali e vascolari del sistema nervoso consentendo essa di raggiungere strutture profonde prima inarrivabili.
Con un eccesso di interpretazione si potrebbe affermare che tutta la Neurochirurgia è stereotassi in quanto sia che si faccia con strumenti sia che il chirurgo la possegga mentalmente un rappresentazione tridimensionale è indispensabile per il successo terapeutico.
La Stereotassi è una tecnologia scientifica in perenne
avanzamento...........Diapositiva presentata nella
Lettura da me effettuata al Congresso WSSFN
(Società Mondiale di Neurochirurgia Funzionale e
Stereotassica) del 2005 in Roma

 

 

 


La mia esperienza

Gli esordi(1974-1978)
Durante gli anni della Specializzazione in Neurochirurgia (1974 1978) fui spinto dal Direttore della Scuola ad occuparmi di Chirurgia dell’Epilessia sia in campo sperimentale che clinico ed a familiarizzarmi con l’apparecchio stereotassico di Tailairach e la stereoelettroencefalografia (SEEG). Successivamente mi dedicai alla neurochirurgia del dolore (1976-1978) partecipando alle procedure chirurgiche sia di tipo tradizionale demolitivo (cordotomie, mielotomie etc) che a quelle innovative introdotte in quegli anni grazie allo utilizzo dei neurostimolatori (stimolazione midollare - SCS).
Il periodo bolognese (1979 – 1980)
In quell’anno ebbi la possibilità di mettere a frutto una parte dell’esperienza acquisita eseguendo procedure di cordotomia percutanea per i dolori  da cancro e di stimolazione midollare per le vasculopatie periferiche.
Il periodo genovese (1980 -1994)
In quegli anni potei dedicarmi alla neurocirurgia  generale più che alla funzionale, tranne che nell’ultimo travagliato periodo [dovuto al cambio della direzione del reparto], che mi spinse nuovamente verso le procedure neuromodulative per conquistare una autonomia operativa altrimenti difficile.
Il periodo romano (1995 – 2018)
Rientrato nel Gennaio 1995 a Roma  con il preciso incarico di occuparmi delle patologie funzionali mi dedicai non solo alle procedure già acquisite negli anni precedenti ma anche alla radiochirurgia stereotassica con Gamma Knife delle patologie vascolari e neoplastiche encfaliche. Mi familiarizzai con il casco stereotassico di Leksell applicando la stereotassi agli  interventi sui tumori cerebrali e delle patologie vascolari (approccio microstereoguidato). Su invito del Prof Vangelista, mio direttore dei primi anni romani mi recai presso la NCH Universitaria di Grenoble (Francia) in periodi diversi ed appresi le tecniche chirurgiche di Stimolazione Cerebrale Profonda usata per la Malattia di Parkinson dal Prof Alim Louis Benabid (1997) e l’uso del robot chirurgico; ma, e lo sottolineo, mi familiarizai con una mentalità neurochirurgica innovativa e proiettata all’innovazione ed alla ricerca, che non è  facile ritrovare nella pratica quotidiana ancora oggi qui da noi.
Nel 1998 ideai e potei realizzare, con il contributo economico della Neurologia dell’Università Roma 2 Tor Vergata, un nuovo tipo di apparecchio stereotassico (Maranello), che aveva, a differenza di tutti quelli presenti in armamentari nel mondo,  la possibilità di centrare più bersagli contemporaneamente; ed inoltre  un innovativo sistema di reperaggio che semplificava di molto la determinazione del bersaglio, mantenendo od addirittura incrementando la precisione.

cascoMaranello
Fase di progettazione e modificazione del primo Casco Stereotassico "Maranello".
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Nella foto : (a sx) Il sig Poggipolini della Poggipolini Motostar-Bologna; (al centro) I Neurologi Stefani e Stanzione del PTV - Roma ; (a dx) io stesso con il Casco Maranello modificato nel 1998. Sala Riunioni Divisione di Neurochirurgia del CTO - ASL RM C.

 

 

La figura rappresenta il Casco Stereotassico “Maranello” chiamato così perche i disegni progettuali furono realizzati sul computer che disegna le automobili da Formula 1 della Ditta Ferrari Negli anni il sistema di reperaggio e l’apparecchio stereotassico si svilupparono e divennero sempre piu’ sofisticati raggiungendo, molto prima delle innovazioni offerte dalla industria, la modellazione 3D delle stutture cerebrali, l’utilizzo della angiografia stereotassica individualizzata per una maggiore prevenzione del rischio emorragico intraoperatorio, la robotizzazione del sistema ed infine i sistemi “frameless”. Dal 2016 iniziai ad utilizzare la navigazione con sistema Medtronic, modificandone e semplificandone la tecnica. Sempre in quegli anni iniziai una esperienza con la stimolazione midollare ad alta frequenza.