Le risposte alle vostre domande inviate al Dottor Paolo Mazzone

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LA STIMOLAZIONE PROFONDA CEREBRALE (DBS)

Il Giorno 14 Marzo 2018, la Sig.ra A.F., mi ha scritto: ………………………….Mio marito è un paziente di 65 aa, che soffre di Malattia di Parkinson da sette anni circa, nell’ultimo anno la sua condizione è peggiorata e le medicine sono sempre meno utili nel migliorare i suoi disturbi. Ho sentito dal mio medico che c’è la possibilità di eseguire questa operazione. Volevo sapere se era possibile farla e quali erano i risultati, avendo sentito pareri differenti sulla sua utilità. Mio marito avrebbe intenzione di farla, ma ha molta paura, anche se non se la sente più di continuare a vivere con i suoi disturbi……………………..

La risposta del Dottor Paolo Mazzone
    Gentile Signora, quanto mi scrive è una condizione che si ritrova in molti Pazienti. Certamente la Stimolazione Cerebrale Profonda è uno strumento terapeutico utile, che puo’ contribuire al miglioramento delle condizioni di vita del Paziente, ma certamente non è una cura: nel senso che non abolisce la malattia ma ne controlla le manifestazioni cliniche. Esiste un rischio operatorio che negli ultimi anni grazie alle tecnologie più avanzate ed alla “neuroimaging” rendono la procedura meno gravosa e rischiosa per il Paziente. Le differenze di risultato sono dovute principalmente alla diversa entità della degenerazione cellulare indotta dalla malattia, che rende differente il recupero funzionale oltre alle differenze legate a problematiche tecnico-chirurgiche. Nel caso di Suo marito l’assenza di altre patologie darebbe alla procedura maggiore sicurezza. Gli aspetti psicologici del Paziente vanno anche considerati

TEMPI DI RECUPERO ED EFFETTI DELLA STIMOLAZIONE

Il Giorno 14 Maggio 2018, Il Paziente S.G., di 68 aa, mi scrive : …………………………..In quanto tempo è possibile prevedere il recupero dopo l’intervento e valutare gli effetti della stimolazione ……………….E’ vero che ogni 4 anni bisogna sostituire la batteria ?...............................

La risposta del Dottor Paolo Mazzone
    Gentile Paziente La procedura chirurgica in sé non comporta un lungo periodo di recupero dovuto alla stessa. Oggi io eseguo l’impianto in anestesia totale e dal giorno dopo, salvo imprevisti, il Paziente è perfettamente in grado di alzarsi e camminare. L’impianto del generatore neurologico (la batteria per intenderci) viene da me applicato dopo circa 7 giorni proprio per valutare, dall’esterno, il risultato clinico definitivo; il che ha anche un valore economico non indifferente, considerati i costi della strumentazione. La valutazione del risultato avviene in tale intervallo temporale ad elettrodo esternalizzato ed, a grosse linee, è questione di qualche giorno. Tempi più prolungati per la programmazione del generatore sono in genere dovuti o ad errori di posizionamento degli elettrodi o ad una scarsa efficacia di risposta alla stimolazione dovuta alla “povertà” del substrato su cui essa agisce e questo non è possibile valutarlo prima della procedura; eccezion fatta se presenti grossolane alterazioni cerebrali, evidenziate in sede di programmazione con strumenti neuroradiologici (Risonanza Magnetica o Tomografia Computerizzata, PET) . Per cio’ che concerne la seconda Sua domanda: ad oggi esistono generatori neurologici ricaricabili periodicamente dall’esterno (come i telefonini) di lunga durata, in termini di dieci anni e più; unico inconveniente il costo degli stessi rispetto ad un generatore non ricaricabile……………………….ma ciò ha tolto al malato (ed al chirurgo) la servitù di dover sottoporre il Paziente ad interventi successivi, anche con il maggior rischio di infezione batterica del sistema……………….

INDICAZIONI ALLA DBS - RISCHI LEGATI AD ALTRE PATOLOGIE E COMPLICANZE MINORI

Il Giorno 13 Giugno 2018, La Paziente A.R. di 69 anni ,mi scrive: ………………………Io sono diabetica, ipertesa e ho avuto un fatto cardiaco due anni fa, posso eseguire l’intervento? ……………….Dovrò continuare a prendere le medicine anche dopo l’intervento o potrò farne a meno?........................... e nel caso che io abbia un rigetto del sistema che mi hanno inserito, cosa dovrò fare ?...........................

La risposta del Dottor Paolo Mazzone
    Gentile Paziente, Certamente la presenza di altre patologie in particolare quelle vasculo-cardiache rappresentano un fattore di rischio da tener in debito conto. Occorre quindi una valutazione rischio-beneficio che in genere , se consistente, mi spinge ad evitare una procedura cerebrale ed a preferire un intervento di stimolazione midollare cervicale alta ad alta frequenza. Certamente la seconda deve essere considerata con una valenza diversa rispetto alla DBS, ma ha l’indubbio vantaggio di non arrecare, prevedibilmente, alcun danno al Paziente. Quanto al risultato in alcuni casi si è dimostrato certamente utile al miglioramento dell’autonomia di vita anche se in termini temporali meno duraturo……………… La Stimolazione Cerebrale Sottotalamica prevede in linea generale che la stimolazione agisca riducendo il carico terapeutico farmacologico. In alcuni casi si è assistito ad un netto calo del bisogno dei farmaci, ma va tenuto presente che questo è un dato funzione di diverse variabili: la selezione neurologica del Paziente, le modificazioni indotte dal prolungato uso di “cocktails” farmacologici, una sapiente programmazione del generatore (la batteria per intenderci), in genere effettuata dai Colleghi Neurologi, od anche da un esatto posizionamento degli elettrodi, la degenerazione del substrato (la individualità della malattia). Per la sua ultima domanda: è rara una incompatibilità allergica al materiale con cui sono confezionati i sistemi impiantabili, studiati proprio per essere integrati nell’organismo. Più frequente puo’ essere l’eventualità di una contaminazione batterica del sistema; evento più frequente quando era necessario sostituire periodicamente il generatore perché esaurito. In tale caso sfortunato è meglio rimuovere in parte o in toto il sistema di stimolazione, effettuare una bonifica con terapia antibiotica ad ampio spettro e dopo un ragionevole lasso di tempo procedere eventualmente al reimpianto del sistema. E’ certo che il Paziente, in assenza del sistema di stimolazione, soffrirà di un ritorno sintomatologico gravoso.